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Angela Zerbino, logopedista relazionale pediatrica, risponde alle domande più frequenti in fatto di DSA, disturbi del linguaggio e difficoltà di apprendimento nei bambini.
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Risposte alle domande comuni sull’apprendimento e sull’uso del linguaggio nei bambini.

 

Per capire e non sentirsi mai soli.

In questa sezione ho raccolto le domande che mi vengono rivolte più spesso, per offrire a genitori e insegnanti un’ampia panoramica del lavoro che svolgo in studio.

Ho una bambina di 5 anni che non pronuncia bene C, G, SC. Il pediatra mi ha consigliato di effettuare la visita dal logopedista, anche perché a settembre andrà in prima elementare. Cosa devo fare?

Il suggerimento del suo pediatra è corretto, specie in vista dell’ingresso alle elementari. Il logopedista valuterà il disturbo della sua bambina e l’eventuale necessità di logopedia per correggere la pronuncia di tali suoni.

Ho una bambina di 1 anno e 9 mesi che dice pochissime parole: mamma, papà, nonna, pappa. Sono un po’ preoccupata perché i suoi amici (coetanei) parlano già abbastanza bene. Mia figlia è piuttosto chiusa e gioca poco. A volte la invito a imitarmi nel ripetere le parole, ma lei si rifiuta e non vuole. Cosa devo fare per aiutarla?

A proposito dei coetanei che parlano bene, si ricordi che ogni bimbo ha il proprio ritmo evolutivo anche per quanto riguarda l’acquisizione del linguaggio. All’età della sua bambina, se non ci sono altre problematiche, può essere sufficiente parlarle e coinvolgerla nella vita quotidiana, farla giocare, farle frequentare altri bambini, leggerle storie, ascoltare i suoi bisogni e desideri, stimolando così “l’appetito” verso il linguaggio e la curiosità verso il mondo. Se il disturbo persiste, tra i 24 e 36 mesi è bene consultare uno specialista (logopedista, neuropsichiatra infantile, foniatra).

Mio figlio ha 6 anni, fa la 1° elementare. e non riesce ancora a leggere le sillabe. Riesce a riconoscere le singole lettere ma se gli dico di leggere le sillabe fa molta fatica. Si tratta di dislessia?

Prima di parlare di dislessia è necessario effettuare specifici test standardizzati, presso centri specializzati. Tutto ciò verso la fine della 2° o all’inizio della 3° elementare. Prima di tale età, e in presenza di difficoltà di letto-scrittura, è bene effettuare una visita specialistica (logopedista o foniatra) per valutare il disturbo con test differenti da quelli per la dislessia.

Buongiorno Dott.ssa Zerbino, avrei bisogno di un parere sulla balbuzie di mio figlio: ha 16 anni e la sua balbuzie si manifesta durante le interrogazioni. Frequenta il 2° anno del liceo scientifico: studia molto, ma talvolta viene premiato più per l’impegno che per il rendimento. Fin da bambino desiderava fare l’ingegnere ma ultimamente dice di non voler proseguire gli studi a causa delle sue difficoltà di espressione. È molto sensibile, ben voluto dagli amici e dai compagni. Una nostra amica ci ha consigliato una terapia psicologica, ma lui non vuole prendere in considerazione tale proposta. Le chiedo un consiglio per l’orientamento terapeutico. Potrebbe andare bene anche la logopedia?

Ho letto attentamente la sua mail, e la situazione che mi racconta è piuttosto tipica negli adolescenti che soffrono di balbuzie, poiché viene vissuta come limite nel quotidiano (scuola, famiglia, gruppo dei coetanei). Per questo la terapia psicologica talvolta viene rifiutata senza una reale motivazione. Una valida alternativa potrebbe essere la terapia logopedica. Come logopedista mi occupo anche di balbuzie, e l’esperienza mi ha insegnato che i miglioramenti arrivano essenzialmente attraverso una buona alleanza terapeutica e un lavoro globale sul soggetto. Provi a parlarne a suo figlio. Solo quando lui ne sentirà davvero la necessità, potr valutare quale delle due terapie (psicologia o logopedia) sarà più adatta a lui.

Buongiorno, sono la mamma di una bimba di 4 anni che, pur essendo molto sveglia e vivace, non è ancora in grado di formulare le frasi in modo articolato (spesso omette il soggetto, e a volte dimentica l’oggetto). Alcuni suoni (tipo c, g, s, z) li sostituisce con t. Di conseguenza fatica a farsi capire, e quando qualcuno glielo fa notare, si arrabbia e diventa un po’ aggressiva. Le maestre la sgridano e si lamentano con me dei suoi atteggiamenti (davanti a lei). È normale tutto questo?

L’ingresso alla scuola materna, verso i tre anni, è un momento molto delicato perché il bambino si confronta con i coetanei, e sperimenta la comunicazione al di là dei codici rassicuranti dell’ambito familiare. In certi casi, questi primi scambi con l’esterno generano un senso di frustrazione, e tale frustrazione sfocia talvolta nella chiusura e talvolta (nel caso della sua bambina) nell’aggressività. Entrambe, però, non sono che manifestazioni di un disagio.

Le consiglio di fissare un colloquio con le maestre per fare chiarezza e per evitare che si lamentino davanti alla bambina. Ne parli anche col suo pediatra che, conoscendo la bambina, saprà consigliarla su come intervenire sul disturbo di linguaggio e di comportamento, inviandola dallo specialista.

Buonasera, ho una bambina di quasi tre anni che frequenta il nido da quando ne aveva due. Non è ancora in grado di parlare, dice solo mamma e pap. Nient’altro. Noi siamo molto preoccupati e nonostante abbia frequentato il nido per un anno, non ha imparato nuove parole e non gioca con gli altri bambini. Dobbiamo aspettare che vada alla materna (per vedere se si sblocca) o dobbiamo portarla dal logopedista?

In base a quel che mi racconta, consiglierei di valutare il linguaggio accanto ai vari aspetti evolutivi, attraverso l’analisi di uno specialista come il neuropsichiatra infantile. Non si faccia spaventare dal nome (neuropsichiatra infantile) e fissi un appuntamento per fare chiarezza su questo ritardo. Sarà lo specialista a decidere se la sua bambina ha bisogno di una terapia logopedica.

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